quel maledetto registro elettronico

Una volta, in prima liceo, presi 2 in matematica. Poi un giorno vi racconto com’è successo ma oggi vorrei parlare di quello che è successo dopo. Suonata la campanella dell’ultima ora presi il bus e tornai dai miei e passai la giornata tranquilla. Sapevo che prima o poi quella storia sarebbe uscita fuori, ma ebbi innanzitutto tutto il tempo IO di elaborarla e potevo DECIDERE SE e QUANDO raccontarla ai miei genitori. Oggi tutto questo non è possibile.

Ora che sono prof so che non appena metto un voto sul registro immediatamente anche i genitori vedono il voto. Si è deciso di perdere quella fase di crescita, in cui una brutta notizia (o una bella anche) poteva essere per un attimo un segreto adolescenziale, una sorpresa: elaborare un brutto voto e trovare le parole per confessarlo, oppure tornare a casa con la gioia di annunciare un bel risultato.

Il Registro Elettronico tutto questo ce l’ha tolto via. Ma ha fatto anche di peggio: lə studenti possono vedere CONSTANTEMENTE la loro media aritmetica dei voti, materia per materia. La scuola diventa così un videogame e diventa sempre più difficile disintossicarsi dal voto numerico. Usare la tecnologia può essere utile, ma se la tecnologia appiattisce ogni cosa, standardizza per ogni persona anche l’elaborazione di un voto ottenuto, allora forse stiamo sbagliando qualcosa.

E poi, infine: ma perché tutti i voti della scuola sono su software di aziende private? Perché non esiste un Registro Elettronico creato dallo Stato? Perché la scuola ha deciso di dare in appalto tutte le informazioni sulla valutazione?